Così chiamata per la sua vicinanza al fiume Topino, fu edificata nella seconda metà del Trecento, anche se la chiesa è già menzionata nel 1239. Era originariamente a due navate, ma nel 1776 una fu trasformata nell’attuale chiesetta, mentre l’altra adibita a sacrestia, conservando però la primitiva struttura gotica con parte degli affreschi lungo le pareti. La facciata presenta due grossi finestroni ad arco che garantiscono l’illuminazione interna. Il portale molto raffinato nella sua decorazione presenta tre rincassi di cui quello centrale è costituito da una colonnina attorcigliata. I capitelli sono decorati con foglie di acanto e facce scolpite. All’interno era conservato un San Giovanni evangelista (1884) opera di Carlo Botti oggi nei magazzini della Diocesi insieme alle tele settecentesche che decoravano l’altare maggiore e una statua lignea di Sant’Apollonia attribuita ad Antonio Calcioni ora esposta in Vescovado. All’esterno, sulla parete che volge su via delle Ceneri, un’edicola con affresco del XV secolo. Oggi adibita al culto ortodosso.