I folignati la annoverano tra i simboli della città, unica tra le antiche porte cittadine conservata fino a oggi. Infatti, dopo che nel Settecento era stata chiusa e trasformata in edicola, intorno al 1920 viene riaperta. Ma pochi anni dopo si ritrova al centro di numerose proposte urbanistiche di rifacimento dell’area circostante dettate dalle nuove esigenze della mobilità e del commercio, tanto che si salva per poco dalla demolizione anche grazie all’intervento di monsignor Faloci Pulignani che si incarica di difenderne l’esistenza innanzi al Podestà. La porta deve il suo nome al patrono di Foligno, san Feliciano, al quale era stata dedicata oltre alla Cattedrale anche una chiesa più modesta nei pressi della Porta: da qui ‘Felicianetto’.