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Edificato tra il 1640 e il 1660 dalla famiglia Morotti originaria di Bergamo, appartenente al ceto mercantile e assurta al patriziato nel 1744. Il primo della famiglia a prendere dimora in città fu probabilmente Gioacchino di Patrizio a seguito del matrimonio con la folignate Innocenza Barnabò. Nel Catasto di case realizzato a fine Settecento viene così descritto: “casa di propria abitazione composta a pian terreno con atrio cortile e pozzo, altro piccolo cortiletto con cisterna, botteghe e magazzeni, legnare, stalla, cantina sotterranea, grotta ed altra cantinetta a pian terreno con caldara e fonte murata; secondo piano appartamento con sala, anticamera, stanze da letto, cucina ed ufficine necessarie; terzo piano mezzani, con simil comodo di stanze, la metà soffittate sotto al tetto; quarto piano che serve ad uso di granaro”. Ancora oggi è abitato dai discendenti della famiglia. All’interno pregevoli decorazioni pittoriche.